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Io sono la vite, voi i tralci.
Chi rimane in me, e io in lui,
porta molto frutto,
perché senza di me
non potete far nulla
(Giovanni 15,5)

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Quale spiritualità per l'uomo contemporaneo?
Enzo Bianchi al Centro congressi del Santo Volto - Torino 4 ottobre 2010

1. La vita interiore, esperienza umana
La vita interiore è un’esperienza che appartiene a ogni uomo. Non è monopolio dei credenti o dei cristiani: ogni uomo vive una dimensione interiore, vive – possiamo dire – «spiritualmente», cioè vive con una consapevolezza, una coscienza, un pensare, una ricerca che è propria dell’essere umano e trascende la natura animale. La vita interiore o spirituale è una dimensione dell’esperienza umana in quanto tale, nella quale si decide e si cerca il senso della vita.
Ognuno di noi sa che è venuto al mondo, è cresciuto, si è umanizzato interrogando, ponendo a chi era già nel mondo delle domande, dei «perché», e poi ponendo queste stesse domande a se stesso, nel corso della propria crescita. Ognuno di noi, come se possedesse una fiducia originale nella vita, è cresciuto cercando, si è costituito anche ponendo domande. È ponendo e ponendosi domande, fin dalla fanciullezza, che un essere un umano viene al mondo, si colloca nel mondo e trova dei riferimenti per sapere ciò che lui è e vuole essere.
Ecco, così è nata in ciascuno di noi la vita interiore, che abbiamo potuto sviluppare consapevolmente oppure lasciare in una dimensione minima, senza custodia, schiacciata da «quell’omologazione dell’intimo cui tendono le società conformiste» (Umberto Galimberti), fenomeno sociale che ammorba l’atmosfera in cui viviamo.
C’è vita interiore quando non ci si lascia vivere, quando non si permette ad altri di decidere e pensare per noi, quando non ci si accontenta di certezze già confezionate ma si è capaci di aprirsi alle domande poste dalla vita, alla domanda di senso e si è disposti, anche a fatica, a tentare di dare una risposta personale. Una vera vita umana deve sì avvenire nella comunicazione con gli altri, ma non deve essere debitrice di soluzioni che gli altri trovano per noi: no, ognuno è chiamato a trovare in sé, in un cammino di vita interiore, la fonte del senso.
Infine, si deve affermare con chiarezza che la vita interiore non è una vita contrapposta alla nostra vita materiale, alla nostra esistenza quotidiana; anzi, è una vita vissuta nel corpo, nella storia, nell’umanità senza possibili evasioni o esenzioni: è un modo di pensare, di sentire e di agire concreto, con gli altri e tra gli altri. Insomma, senza la vita interiore non si dà alcun cammino di umanizzazione: solo proporzionalmente allo sviluppo della vita interiore c’è la possibilità di costruire la propria personalità, di trovare senso e significato nella vita, di giungere a una soggettività responsabile e autonoma.