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Io sono la vite, voi i tralci.
Chi rimane in me, e io in lui,
porta molto frutto,
perché senza di me
non potete far nulla
(Giovanni 15,5)

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La Comunione spirituale

La comunione spirituale è un particolare contatto con Gesù fuori del sacramento dell’Eucarestia. Pur restando sempre i sacramenti i vertici nei quali la vita cristiana giornaliera riceve tutto il suo rilievo, vi possono essere momenti personali molto importanti in cui il cristiano viene elevato assai in alto. 

Così afferma il Vaticano II rivolgendosi ai sacerdoti  

Abbiano inoltre a cuore i presbiteri, se vogliono compiere con fedeltà il proprio ministero, il dialogo quotidiano con Cristo (Concilio Ecumenico Vaticano II, Decreto Presbyterorum Ordinis (PO), n. 18).

Ovviamente questo vale per tutti i cristiani.

 L’esempio perfetto della comunione spirituale è dato dalla bellissima pagina del Vangelo che narra la guarigione dell’emorroissa.
Tutti si accalcavano intorno a Gesù, ma solo una donna…lo toccò:

-  Chi mi ha toccato? …Qualcuno mi ha toccato! ... 
               -  Figlia, la tua fede ti ha salvata, va in pace! (Lc 8,45-48).

Questo contatto vivificante con Cristo è possibile in ogni momento. 

Questo esercizio altamente santificante si può ripetere ogni momento, infinite volte al giorno; a differenza del contatto sacramentale con Cristo ... (cfr. Royo).

In questa comunione si creano relazioni di una stupenda intimità interiore tra Gesù e l’anima. Il teologo cerca di studiare la meravigliosa esperienza con Cristo dei grandi santi.

San Bonaventura afferma:

Lui, il Cristo, è intimo ad ogni anima. È la luce inaccessibile, e tuttavia, vicina all’anima, più vicina di quanto non sia vicina l’anima a se stessa (Coll. in Hex., 9,11-V. 385 b., 386 a.).

Il Cantico dei Cantici, il dialogo tra lo sposo e la sposa, continua nei secoli, forse oscuro, forse nella desolazione, nella notte dello spirito, a volte nel fulgore dell’estasi. Quali relazioni di cuore e di anima con il Cristo!

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