home layout

Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero»
Matteo 11, 28-30.
 

iscrizione newsletter

weblink

Briciole di luce 10/2021

Un test sulla fede

Scarica il pdf  2021 Briciole 10

Guarda il  Video

papafrancesco 

Ecco una riflessione che Papa Francesco ha fatto ultimamente a se stesso ed a noi, partendo dal Vangelo di Marco, cap. 10. Ne riportiamo i tratti essenziali.

1 - Un tale esordisce con questa domanda: «Che cosa devo fare per avere la vita eterna?» (v. 17). Notiamo i verbi che utilizza: dover fare – per avere. Ecco la sua religiosità: un dovere, un fare per avere; “faccio qualcosa per ottenere quel che mi serve”. Ma questo è un rapporto commerciale con Dio. La fede, invece, non è un rito freddo e meccanico, un “devo-faccio-ottengo”. È questione di libertà e di amore…. La prima cosa da fare è liberarci di una fede commerciale e meccanica, che insinua l’immagine falsa di un Dio contabile, un Dio controllore, non padre. E tante volte nella vita possiamo vivere questo rapporto di fede “commerciale”: io faccio questo perché Dio mi dia questo.

2 - Gesù aiuta quel tale offrendogli il volto vero di Dio. Infatti – dice il testo – «fissò lo sguardo su di lui» e «lo amò» (v. 21): questo è Dio! Ecco da dove nasce e rinasce la fede: non da un dovere, non da qualcosa da fare o pagare, ma da uno sguardo di amore da accogliere. Così la vita cristiana diventa bella, se non si basa sulle nostre capacità e sui nostri progetti, ma si basa sullo sguardo di Dio. La tua fede, la mia fede è stanca? Vuoi rinvigorirla? Cerca lo sguardo di Dio: mettiti in adorazione, lasciati perdonare nella Confessione, stai davanti al Crocifisso. Insomma, lasciati amare da Lui. Questo è l’inizio della fede: lasciarsi amare da Lui, che è padre.

3 - Dopo la domanda e lo sguardo c’è un invito di Gesù, che dice: «Una cosa sola ti manca». Che cosa mancava a quell’uomo ricco? Il dono, la gratuità: «Va’, vendi quello che hai, dallo ai poveri» (v. 21). È quello che forse manca anche a noi. Spesso facciamo il minimo indispensabile, mentre Gesù ci invita al massimo possibile. Quante volte ci accontentiamo dei doveri – i precetti, qualche preghiera e tante cose così – mentre Dio, che ci dà la vita, ci domanda slanci di vita! Nel Vangelo di oggi si vede bene questo passaggio dal dovere al dono; Gesù inizia ricordando i comandamenti: «Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare...» e così via (v. 19), e arriva alla proposta positiva: “Va’, vendi, dona, seguimi!” (cfr v. 21). La fede non può limitarsi ai no, perché la vita cristiana è un sì, un sì d’amore.
La Vergine Maria, che ha detto a Dio un sì totale, un sì senza ma, ci faccia assaporare la bellezza di fare della vita un dono.
(Tratto dall’Angelus del 10 ottobre 2021)

                                                                       

Manaranche

Noi non crediamo per delle ragioni, ma abbiamo delle ragioni per credere.
(André Manaranche)