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Io sono la vite, voi i tralci.
Chi rimane in me, e io in lui,
porta molto frutto,
perché senza di me
non potete far nulla
(Giovanni 15,5)

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   RICORDIAMO COSì IL GIORNO DELLA MEMORIA

                             Anne Frank

Francoforte 12 giugno 1929 – Bergen Belsen febbraio/marzo 1945

(*)<< Martedì 13 giugno 1944

Cara Kit, 

un altro compleanno alle spalle, per cui eccomi quindicenne. (…) Più di una volta fra le tante cose che agitano la mia intimità, mi sono chiesta perché, in passato e ancora oggi di frequente, nei popoli la donna ricopra sempre un ruolo così inferiore rispetto all’uomo. Chiunque può dire che ciò è ingiusto, ma non mi soddisfa, vorrei tanto sapere la causa di questa ingiustizia!

Si può ammettere che l’uomo per la sua maggiore forza fisica abbia esercitato dal principio la sua supremazia sulla donna; l’uomo che guadagna, l’uomo che genera i figli, l’uomo che può tutto….. E’ stato già piuttosto stupido da parte di tutte quelle donne che fino a poco tempo fa hanno permesso in silenzio che questo accadese, poiché più passano i secoli in cui questa regola si protrae, maggiore è la fermezza con cui questa prende piede. Per fortuna grazie alla scuola, al lavoro e al progresso la donna ha un po’ aperto gli occhi. In molti paesi le donne hanno ottenuto pari diritti; molte persone, soprattutto donne, ma anche uomini, si accorgono adesso di quanta questa divisione del mondo sia stata sbagliata per così tanto tempo, le donne moderne vogliono diritti per la loro totale indipendenza!

Ma non è solo questo, considerazione della donna, ecco cosa ci vuole! In tutte le parti del mondo è normale tenere l’uomo nel più alto riguardo; perché non può essere così anche per la donna? Soldati ed eroi di guerra sono onorati e celebrati, gli inventori ricevono fama immortale, i martiri vengono adorati, ma in quanti dell’intera umanità considerano la donna, anche come un soldato?

Nel libro Guerrieri per la vita c’è scritta una cosa che mi ha molto colpita e che all’incirca dice questo, che le donne in generale sopportano dolore, malattia e patimenti maggiori rispetto a qualsiasi eroe di guerra già soltanto a fare figli. E qual è il successo che riscuote la donna dopo aver sopportato tutto questo dolore? Respinta nel suo cantuccio quando è già straziata dal parto, ben presto i figli non sono più i suoi, la bellezza è svanita. Le donne sono soldati che lottano e affrontano il dolore per la sopravvivenza dell’umanità, ben più valorosi e coraggiosi di tanti paladini della libertà che amano riempirsi la bocca!

Con questo non voglio dire in nessun modo che le donne debbano rifiutarsi di fare figli, al contrario, così detta la natura e così è giusto che sia. Io condanno soltanto gli uomini e l’intero ordine mondiale che mai hanno voluto rendersi conto di quanto sia grande, difficile, e al contempo anche bello, il ruolo che la donna ricopre nella società.

Paul de Kruif, lo scrittore del libro di cui sopra, ha tutta la mia approvazione quando dice che gli uomini devono imparare che la nascita non è più un fatto ovvio e naturale in quelle parti del mondo che si definiscono civilizzate. Gli uomini fanno presto a parlare, loro che non hanno e non avranno mai bisogno di sopportare i problemi di una donna!

Io credo che l’idea secondo cui la donna è obbligata a fare figli, nel corso del prossimo secolo finirà per cambiare, e lascerà spazio alla giusta considerazione e ammirazione nei confronti di chi, senza lagne e grandi parole, prende ogni carico sulle sue spalle!

tua Anne M. Frank>>

(*) Anne Frank, Diario – le stesure originali. Introduzione di Alberto Cavaglion, traduzione di Antonio De Sortis, con saggi di Philippe Lejeune e Cynthia Ozick. Mondadori Oscar Moderni 2019 (Pag.254, 258-260).