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Io sono la vite, voi i tralci.
Chi rimane in me, e io in lui,
porta molto frutto,
perché senza di me
non potete far nulla
(Giovanni 15,5)

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                         Cristo speranza del mondo

C’è tanto bene nel mondo, ma non fa notizia, solamente un occhio e un cuore attento lo possono scoprire. 

Il male, l’egoismo, la violenza, la perversione, la volgarità paiono avere il sopravvento. Siamo attraversati da una “cultura di morte” che attanaglia e paralizza gli animi.

Duemila anni fa l’Uomo-Dio è stato ucciso su una croce. Da duemila anni i cristiani affermano che Egli è vivo. Ma chi ci crede? A volte si sentono voci beffarde che sghignazzano e dicono: “A che cosa è servito?”

Vogliamo gridare al mondo con tutte le forze “Sì, Egli è vivo! E’ vittorioso sulla morte. Ci riempie di pace, di speranza, di  gioia. Vuole salvare il mondo”

Lo dicevano un giorno gli apostoli, lo diceva San Paolo, l’hanno gridato con la vita e con la morte tanti martiri, tanti santi che sono passati fra noi o sono ora tra noi, nostri compagni di viaggio.

Guardiamo a Gesù, a Maria Sua Madre, al silenzioso carpentiere di Nazareth Giuseppe che educò quello “strano” figlio per cogliere alcune caratteristiche che vogliamo far nostre per far conoscere ed amare Gesù.

Sentiamo la potenza dell’Incarnazione del Verbo nel mondo, che vogliamo prolungare con la nostra presenza, debole sì, ma forte in Lui che, come ha promesso, sarà sempre con noi fino alla fine del mondo.