Meglio una Chiesa incidentata che ammalata
Una Chiesa che non esce da se stessa «si ammala». Lo scrive papa Francesco ai vescovi argentini riuniti in assemblea plenaria fino al 20 aprile, un impegno al quale avrebbe voluto partecipare, ma al quale, scrive con una certa ironia, a causa di «impegni assunti di recente», non ha potuto assistere. Il Papa esorta l’episcopato del suo paese ad uscire da se stesso «per andare verso le periferie esistenziali e crescere nella parresia». «Una Chiesa che non esce fuori da se stessa – dice Francesco -, presto o tardi, si ammala nell’atmosfera viziata delle stanze in cui è rinchiusa». E se è vero che, come capita a chiunque, uscendo fuori di casa si può incorrere in un incidente, «preferisco mille volte di più una Chiesa incidentata che ammalata». La malattia tipica della Chiesa – continua – è l’autoreferenzialità, è rimanere ripiegati su sé stessi. Il Papa parla di «narcisismo che conduce alla mondanità spirituale e al clericalismo sofisticato» e non consente sperimentare la «dolce e confortante allegria dell’evangelizzare». Il Pontefice conclude chiedendo di pregare «affinché non mi inorgoglisca – scrive – e sappia ascoltare ciò che Dio vuole e non ciò che voglio io».