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Io sono la vite, voi i tralci.
Chi rimane in me, e io in lui,
porta molto frutto,
perché senza di me
non potete far nulla
(Giovanni 15,5)

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Un Papa che parla in digitale
L'evoluzione del Web da Giovanni Paolo II a Francesco

Alla vigilia del primo anniversario dell’elezione di papa Francesco, l’associazione WebCattolici ha invitato, mercoledì 12 marzo, per la  quarta diretta del suo percorso “La Rete: Come Viverla” anche mons. Lucio Adrian Ruiz, responsabile del Servizio Internet Vaticano, per raccontare l’evoluzione, i cambiamenti e il continuo divenire della Rete.

Un racconto a partire dal sito a cui fa riferimento tutta la presenza cattolica sul Web: il portale della Santa Sede www.vatican.va nato il giorno di Natale dell’ormai lontano 1995 con la pubblicazione del messaggio Urbi et Orbi di papa Giovanni Paolo II. Sulle “doti” digitali di papa Francesco mons. Ruiz, argentino come il Pontefice, ha aggiunto: «Bergoglio ci ha colpito tutti con le sue carezze, i suoi abbracci, il suo sorriso, quel suo pollice in su. Meraviglia questo modo di rapportarsi con la gente, capace di trasmettere il Vangelo anche con il corpo, con lo sguardo, con una parola semplice. Quando parla, è più veloce di Twitter. Il suo stesso modo di parlare è un “twittare”. Parla già in digitale: i suoi messaggi, comprensibili e immediati, arrivano immediatamente al cuore di tutti. I fedeli con il telefonino fotografano i suoi gesti e trasmettono le sue parole in pochi istanti in tutto il mondo».  Mons. Ruiz ha contestualmente evidenziato la portata storica del messaggio di papa Benedetto, il primo papa della storia con un account su un social network: «Mi piace altresì ricordare la forza del magistero di Benedetto: nei suoi messaggi per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali ha parlato di continente digitale, nativi digitali, nuovo linguaggio, nuova cultura. Parole che ricordano per forza la scoperta dell’America: se c’è infatti un nuovo continente, una nuova cultura e una nuova lingua allora ci devono anche essere nuovi missionari, un nuovo mandato, un nuovo dovere di evangelizzare». Mons. Ruiz ha dunque evidenziato la completa continuità del magistero espresso con linguaggi differenti.  (a cura di WebCattolici, Roma 13 marzo 2014)