Canto della Maddalena davanti al sepolcro del Signore
(Rocco Quaglia)
Giuseppe prese il corpo, lo avvolse in un lenzuolo pulito e lo depose nel suo sepolcro nuovo, che si era fatto scavare nella roccia; rotolata poi una grande pietra all’entrata del sepolcro, se ne andò. Là, sedute di fronte alla tomba, c’erano Maria di Magdala e l’altra Maria (Mt 27,59-61).
Venga pure il sabato e passi oltre, non indugi il suo giorno, si spengano in fretta le sue luci: sia come il giorno che all’appello manca. S’affretti il sole all’alba e la luna al suo tramonto, e voi, stelle, con me vegliate, di fronte a tanto male seduta, io non mi alzerò e non me ne andrò! |
Chiuda pure le sue porte Gerusalemme le serri con spranghe e chiavistelli, le rinforzi con catenacci e sortilegi; percorrano le guardie le sue mura, con lance e spade spaventino la notte; fiamma senza più fuoco, grido senza voce, io non mi alzerò e non me ne andrò!
|
Chiamino le sentinelle le vigilie, tornino alla terra le ombre, s’intonino inni nella casa del Signore suoni la tromba all’Iddio degli eserciti, e tutti i cori celesti mandino grida di gioia; dica pure Israele: «Il Signore regna! Tra lingue di fuoco, siede sovrano il Signore!», il mio Signore è morto, per sempre morto. Io non mi alzerò e non me ne andrò!
|
Sia gloria su Sion, pace alle sue dimore, la voce dell’Eterno percorra la terra, squarci i mari, sprofondi i monti, incendi le foreste, spalanchi i sepolcri se può. Si riprenda pure il cielo il suo favore, come acqua che al sole sale sono disperse le sue promesse. Non più speranze, cari restano i ricordi: qui è la mia parte, qui batte il mio cuore. No! Io non mi alzerò e non me ne andrò!
|
Venga la notte, mi circondino le ombre, più dei venti contro di loro griderò. Venga l’Altissimo e tutti i suoi angeli, lo precedano i terrori, lo stridore dei carri lo annuncino, più forte io griderò e piangerò. No! Io non mi alzerò e non me ne andrò! |
Io sono come l’ombra in un giorno senza sole, attendo come la colpa il dolore e come il dolore attende la fine; sono colei che ha osato, ha osato amare un uomo come Dio, un fiore senza nome, dal vento portato, dal vento strappato. No! Io non mi alzerò e non me ne andrò! |
Come inutile si è fatto ora il cielo per un cuore diventato nero! Una tempesta ha divelto il tempo, ha messo in fuga i giorni di festa. E come vane sono le preghiere, come i fiori per chi non vede. Io non mi alzerò e non me ne andrò! |
Il mio Signore è morto! L’ho visto, con i miei occhi l’ho guardato; l’ho toccato, lo sanno bene le mie mani, lo sanno bene le mie labbra, soltanto il cuore ancora non sa. |
Brano tratto da: La Sindone letta da uno psicologo, di R. Quaglia, Bologna 2004
© Torino, 3 aprile 2018