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Io sono la vite, voi i tralci.
Chi rimane in me, e io in lui,
porta molto frutto,
perché senza di me
non potete far nulla
(Giovanni 15,5)

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La preghiera: qualcosa di grande
(Carlo Maria Martini)

"La preghiera è qualcosa di estremamente semplice, qualcosa che nasce dal cuore. È la risposta immediata che sale dal profondo quando ci mettiamo di fronte alla verità dell'essere.  Il che può avvenire in molti modi, diversi per ciascuno di noi: davanti a un paesaggio di montagna, in un momento di solitudine nel bosco, ascoltando una musica. Sono momenti di verità dell'essere, nei quali ci sentiamo come tratti fuori dalla schiavitù delle invadenze quotidiane, che ci sollecitano continuamente. Facciamo un respiro più ampio del solito, avvertiamo qualcosa che si muove dentro di noi, ed ecco elevarsi una preghiera: 'Mio Dio ti ringrazio, Signore, quanto sei grande!'
Questo riconoscimento di Dio è la preghiera naturale, la preghiera dell'essere. Ogni nostra preghiera parte da tale principio: l'uomo che vive a fondo l'autenticità delle proprie esperienze sente immediatamente, istintivamente, l'esigenza di esprimersi attraverso una preghiera di lode, di ringraziamento, di offerta.
Oltre a questa preghiera c'è la preghiera dell'essere cristiano, che non è semplicemente la risposta alla realtà dell'essere che ci circonda o alla sensazione di autenticità che proviamo dentro di noi, bensì è frutto dello Spirito che prega in noi e ci fa rivolgere a Dio chiamandolo "Padre". Così la preghiera diventa incontro ma anche scontro con Dio, dove non sono taciute nemmeno le domande più radicali.
L'educazione alla preghiera consiste allora sia nel cercare di favorire quelle condizioni che ci portano a uno stato di autenticità, sia nel cercare dentro di noi la voce dello Spirito che prega, per dargli spazio, per dargli voce. Perché lo Spirito dentro di noi che prega è la caratteristica propria, tipica, della preghiera cristiana"..
(Cfr. Carlo Maria Martini, Qualcosa di così personale, Mondadori, 210, recensione)