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Io sono la vite, voi i tralci.
Chi rimane in me, e io in lui,
porta molto frutto,
perché senza di me
non potete far nulla
(Giovanni 15,5)

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Lectio divina
(Gianfranco Ravasi

 

 La lectio divina è la lettura, individuale o comunitaria, di un testo delle Scritture come parola di Dio, al fine di sviscerarne il messaggio salvifico per se stesso o per la comunità nella situazione attuale. Essa si svolge in cinque tappe.

1. Lettura. Consiste nel leggere più volte, se possibile ad alta voce, il testo che si è scelto. Tale lettura è finalizzata a conoscere meglio il testo, ma, soprattutto, a cogliere messaggi, suggerimenti, ispirazioni, che risaltano come scintille dal testo sacro stesso; affinché essa sia fruttuosa, deve essere obiettiva, scientifica, attuata secondo le regole dell’ermeneutica biblica. Non si richiede, tuttavia, di essere esegeti di professione. Le note, le Introduzioni e i commenti al testo delle diverse edizioni della Bibbia possono essere sufficienti per una buona lettura. Questa si deve poi trasformare in “audizione”, cioè in ascolto della parola divina che risuona nella lettura. Se non si giunge all’ascolto, non si può ritenere terminata la lettura, né passare alla meditazione.

  2. Meditazione. La meditazione è la ricerca della ricchezza interiore del testo, la ricerca della sua verità nascosta, ma, ancor di più, la scoperta del suo tesoro occulto. Per arrivare a tale scoperta si consiglia di compiere tre passaggi: prima di tutto raccogliere e mettere da parte il proprio cibo, come fa la formica. Raccogliere, cioè, quei testi della Bibbia che aiutano a interiorizzare meglio il testo sul quale si sta compiendo la lectio.

In secondo luogo una volta raccolti i testi, è opportuno elaborare con essi, come fa l’ape, il ricco miele tramite il quale gustare la parola di Dio e alimentare la propria vita. Questa elaborazione si fa, soprattutto, confrontando alcuni testi con altri cosicché con il mutuo contatto sprizzino nuove scintille di luce e di verità

. Infine, è necessario che tali scintille di luce e di verità illuminino la nostra vita nelle circostanze concrete, affinché la meditazione della parola di Dio sia impulso di trasformazione e di rinnovamento interiore del lettore.

3. Orazione. È la risposta a Dio che interpella con la sua parola letta e meditata. È la reazione del cuore, luogo nel quale Dio parla all’uomo e l’uomo ascolta Dio, nel quale l’uomo parla a Dio e Dio ascolta l’uomo.

La risposta dell’uomo a Dio può essere diversa: risposta di dolore e pentimento, riconoscendosi peccatore e piena di difetti e di colpe; risposta di supplica, di fronte alla consapevolezza della propria piccolezza e debolezza; risposta di ringraziamento e di adorazione, davanti alle meraviglie che Dio compie nel suo piano di salvezza sul genere umano, e nella piccola storia della salvezza che è costituita da ciascuno di noi; risposta di lode, nel renderci conto che la parola di Dio ci riempie di gioia e ci sorprende con la sua efficacia, silenziosa ma reale, nelle situazioni concrete della nostra vita.

4. Contemplazione. La contemplazione ha come oggetto non la storia personale né la storia della salvezza, ma Dio stesso. Il punto di partenza di questa relazione personale con Dio è sempre il testo della Bibbia che serve di base per la lectio divina. Si suole descriverla in vari modi : come un ritorno al paradiso, dove Dio contempla il nostro volto e noi siamo invitati a contemplare il volto di Dio, in un altissimo grado di intimità e di beatitudine; come irruzione del divino nella propria storia personale e nella storia umana in generale, scoprendo in tutti gli eventi e le vicende della vita la presenza viva e amorosa di Dio; come visione di Cristo crocifisso e risuscitato nella storia. Si tratta di contemplare continuamente Cristo come nostro contemporaneo; come trasformazione, nell’incontro costante e quotidiano con la parola di Dio, in un uomo nuovo che si sente spinto da Dio stesso verso l’evangelizzazione e la missione. La contemplazione di Dio trasforma l’uomo e lo lancia con forza verso l’apostolato nel mondo.

5. Azione. Con quest’ultima tappa si vogliono indicare i frutti che le tappe precedenti producono nell’anima. Sono le lacrime di pentimento di conversione, è la consolazione che ci viene dalla scrittura per mantenere viva la speranza, è il discernimento di spirito che ci pone nella lunghezza d’onda dei pensieri divini, è la decisione di percorrere con perseveranza la strada della fede e dell’amore fino a giungere alla meta, è la forza che ci spinge a costruire la chiesa e ci incita verso tutte le forme di azione tramite le quali la Chiesa stessa si costruisce nella storia. In poche parole Dio, attraverso la lectio continua a trasformare la nostra vita e il nostro lavoro nel bene della Chiesa e degli uomini.   

(cfr Gianfranco Ravasi, Nuova Guida alla Bibbia, San Paolo 2008, pag. 29)