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Io sono la vite, voi i tralci.
Chi rimane in me, e io in lui,
porta molto frutto,
perché senza di me
non potete far nulla
(Giovanni 15,5)

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Siamo abitati dalla Trinità

San Paolo, sotto l'ispirazione di Dio, scrive:

Non sapete che siete tempio di Dio
e che lo Spirito di Dio abita in voi?
(1 lettera ai Corinzi 3, 16).

E anche il Vangelo ce lo ricorda!

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Se uno mi ama, osserverà la mia parola
e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui
e prenderemo dimora presso di lui.
(Giovanni 14, 23).

Come si può facilmente notare, in questi due passi ispirati, incontriamo i "Tre" della santissima Trinità, un solo Dio: il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo.

I teologi cercano di "balbettare" qualcosa sulla Trinità:  

In genere i nostri modi di vedere il mondo sono profondamente dualistici: giorno/notte, buono/cattivo, bianco/nero, maschio/femmina, corpo/anima. Spesso questi dualismi sono il segnale delle opposizioni che conferiscono identità: noi/loro, giusto/sbagliato, repubblicano/democratico, sinistra/destra, gesuita/domenicano! La nostra politica, i nostri sport, le nostre questioni e rivalità d’amore: tutto di solito è dualistico. Ma ritrovare noi stessi in un amore trinitario significa essere liberati da queste opposizioni binarie. Ritroviamo noi stessi dentro all’amore del Padre per il Figlio e del Figlio per il Padre che è lo Spirito santo. Questo è un amore che è assolutamente reciproco, ma fecondo al di là di se stesso. Quindi essere coinvolti all’interno della vita trinitaria ci conduce al di là delle anguste e limitate infatuazioni, degli antagonismi in cui sono confinati gli esseri umani. Siamo condotti dentro uno spazio che è sempre più grande.
(Da Timothy Radcliffe, “Essere cristiani nel XXI secolo. Una spiritualità per il nostro tempo”, Queriniana, 2010). 

Anche i santi "balbettano" al ritorno dalla loro esperienza di Dio ...