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Io sono la vite, voi i tralci.
Chi rimane in me, e io in lui,
porta molto frutto,
perché senza di me
non potete far nulla
(Giovanni 15,5)

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Joseph Ratzinger elenca dapprima quattro criteri costanti di riferimento di ogni predicazione del Vangelo, abbozza poi i problemi che sono sorti in relazione a queste singole affermazioni, e tenta infine di indicare quale strada si potrebbe seguire oggi

Criteri costanti

  • La Sacra Scrittura, nella stretta unità di Antico e Nuovo Testamento;

  • Le professioni di fede (Simboli) nelle quali la Chiesa ha espresso in forma obbligatoria la sua fede; ad esse vanno aggiunte le definizioni dogmatiche che completano appunto tali professioni, in un ordine conforme alla gerarchia delle verità;
  • il magistero vivente della Chiesa viva;

la fede concreta della chiesa nelle sue comunità: a questa fede è promessa l'indefectibilitas, il rimanere nella verità.  

“Ciascuna di queste quattro norme sembra essere chiara e sembra bastare; il fatto che se ne presentino quattro, denota un problema e fa sorgere la questione riguardante il rapporto esistente tra i singoli fattori. In effetti, la reciproca stratificazione di queste forze normative si fonda sul fatto che ognuna di esse, presa per sé sola, sarebbe insufficiente: una chiama l’altra e soltanto tutte insieme adempiono il loro compito; d’altra parte, è fuori dubbio che il problema sta proprio in questo legame".

Negli articoli successivi verrà ripreso più attentamente questo aspetto.

(cfr. J. Ratzinger, Dogma e predicazione, Queriniana Brescia 1973, 2005, pagg. 23-24).