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Io sono la vite, voi i tralci.
Chi rimane in me, e io in lui,
porta molto frutto,
perché senza di me
non potete far nulla
(Giovanni 15,5)

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Scrittura, Simbolo di fede, Dogma

Joseph Ratzinger nel suo volume “Dogma e Predicazione”, fa notare come sia particolarmente complesso il rapporto tra la Sacra Scrittura, le Professioni di fede ed i dogmi, che hanno cercato di condensare le verità rivelate. Ora è divenuta problematica l’interpretazione di tutte e tre queste fonti. Si rendono necessarie chiarificazioni circa il tempo di allora e di oggi.

Il teologo pone uno sguardo di particolare attenzione, riconoscendo una peculiare importanza al “senso della fede”, “la fede del popolo”, mettendo però in guardia da una fede troppo "produttiva", che va trattata con diffidenza, perché in quel caso segue le leggi della fantasia popolare (ad es. il pullulare della venerazione per le anime del purgatorio, le esagerazioni nel culto dei santi).
Il vero soggetto del credo è la fede semplice della chiesa vivente che incarna la fede di tutta la chiesa: fa parlare la chiesa viva una e tutta di ogni tempo.
Il passaggio dall’Antico al Nuovo Testamento si è compiuto nella fede dei semplici, gli “anawim”, i poveri. Nella semplice intuizione fondamentale della fede, essi nutrivano il loro spirito della sostanza della promessa, e divennero il luogo in cui l’Antico Testamento poté cambiarsi nel Nuovo: Zaccaria, Elisabetta, Maria, Giuseppe, Gesù stesso … La “fede dei poveri” rimane il valore centrale della chiesa.

Credere in sostanza vuol dire accogliere anche la convinzione che la chiesa ha un futuro nel quale soltanto può manifestarsi la forma completa della sua testimonianza … Questo comporta un affievolimento della fissabilità della fede e dei suoi limiti, una plasticità dinamica. Proprio per questa ragione la fede diventa più semplice nel suo nucleo: al nucleo della fede appartiene solo ciò che è semplice.

Le affermazioni più universali sono al tempo stesso le affermazioni fondanti della fede: Gesù è risorto; Gesù è il Cristo, il Signore, il Figlio di Dio. Attorno a questi enunciati di fondo si collocano gradualmente gli altri contenuti. La chiesa è se stessa solo a partire da Cristo e da lui deriva come da una sorgente.

(cfr. J. Ratzinger, Dogma e predicazione, Queriniana Brescia 1973, 2005, pag. 26-35)