Farsi carne
E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi
(Giovanni 1,14)
Noi sentiamo in modo particolare l'invito lanciato dalla Lettera ai Filippesi:
Gesù
... pur essendo di natura divina,
non considerò un tesoro geloso
la sua uguaglianza con Dio;
ma spogliò se stesso,
assumendo la condizione di servo
e divenendo simile agli uomini;
apparso in forma umana,
umiliò se stesso
facendosi obbediente fino alla morte
e alla morte di croce.
Per questo Dio l'ha esaltato
e gli ha dato il nome
che è al di sopra di ogni altro nome;
perché nel nome di Gesù
ogni ginocchio si pieghi
nei cieli, sulla terra e sotto terra;
e ogni lingua proclami
che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre (2, 6-11).
Facciamo nostro l'invito a vivere la PRESENZA.
Presenza a Dio e presenza al mondo.
Essere nel mondo, ma non "del mondo", lasciandoci sempre più plasmare dallo Spirito Santo nella conformità a Cristo, per amare cone Lui
"sino alla fine".
schegge radioattive della Sua luce!
IL Vangelo è per tutti
I cristiani hanno il dovere di annunciarlo senza escludere nessuno, non come chi impone un nuovo obbligo, bensì come chi condivide una gioia, segnala un orizzonte bello, offre un banchetto desiderabile. La Chiesa non cresce per proselitismo ma “per attrazione” (Evangelii gaudium, 14), cioè attraverso una testimonianza personale, un racconto, un gesto, o la forma che lo stesso Spirito Santo può suscitare in una circostanza concreta
(Papa Francesco messaggio al Meeting di Rimini 2014)
Fuori c'è una moltitudine affamata
Usciamo, usciamo ad offrire a tutti la vita di Gesù Cristo. ... Se qualcosa deve santamente inquietarci e preoccupare la nostra coscienza è che tanti nostri fratelli vivono senza la forza, la luce e la consolazione dell'amicizia con Gesù Cristo, senza una comunità che li accolga, senza un orizzonte di senso e di vita. ... Fuori c'è una moltitudine affamata e Gesù ci ripete senza sosta: «Voi stessi date loro da mangiare» (Mc 6,37).
Cristo speranza del mondo
C’è tanto bene nel mondo, ma non fa notizia, solamente un occhio e un cuore attento lo possono scoprire.
Il male, l’egoismo, la violenza, la perversione, la volgarità paiono avere il sopravvento. Siamo attraversati da una “cultura di morte” che attanaglia e paralizza gli animi.
Duemila anni fa l’Uomo-Dio è stato ucciso su una croce. Da duemila anni i cristiani affermano che Egli è vivo. Ma chi ci crede? A volte si sentono voci beffarde che sghignazzano e dicono: “A che cosa è servito?”
Vogliamo gridare al mondo con tutte le forze “Sì, Egli è vivo! E’ vittorioso sulla morte. Ci riempie di pace, di speranza, di gioia. Vuole salvare il mondo”
Lo dicevano un giorno gli apostoli, lo diceva San Paolo, l’hanno gridato con la vita e con la morte tanti martiri, tanti santi che sono passati fra noi o sono ora tra noi, nostri compagni di viaggio.
Guardiamo a Gesù, a Maria Sua Madre, al silenzioso carpentiere di Nazareth Giuseppe che educò quello “strano” figlio per cogliere alcune caratteristiche che vogliamo far nostre per far conoscere ed amare Gesù.
Sentiamo la potenza dell’Incarnazione del Verbo nel mondo, che vogliamo prolungare con la nostra presenza, debole sì, ma forte in Lui che, come ha promesso, sarà sempre con noi fino alla fine del mondo.
Facciamolo conoscere!
Dietro ad ogni finestra tante persone vivono, gioiscono, soffrono, lavorano, muoiono, hanno speranze e delusioni...
Tutti cercano qualcosa che li renda soddisfatti: nuove amicizie, conoscenze, affetti, realizzazione di sé. In fondo cercano la felicità.
Noi siamo convinti che la chiave della felicità sia Gesù. E’ Lui il tesoro nascosto di cui parla il Vangelo.
Ma in quante case riesce ad entrare? In quanti cuori può penetrare?
Dice Padre Giuseppe: " Gesù è solamente conosciuto male. Non ci si avvicina a Dio a causa di pregiudizi, formazioni rimaste a livello elementare o avute in modo erroneo …"
Allora … Facciamolo conoscere!