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Io sono la vite, voi i tralci.
Chi rimane in me, e io in lui,
porta molto frutto,
perché senza di me
non potete far nulla
(Giovanni 15,5)

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10. Introduzione alla Lectio divina: Studiare la Scrittura con fedeltà e umiltà
              (sintesi liberamente tratta da: Innocenzo Gargano, Introduccion a la "Lectio Divina", ediciones paulinas,
                                                                      Scribd, traduzione a nostra cura)

Studiare la lettera delle Sacre Scritture. Non con una corsa affrettata attraverso scorciatoie al "godimento" spirituale, come se scoprire il significato letterale delle Sacre Scritture non fosse già un sostentamento per l'anima,  saper  come usare gli strumenti che servono a comprendere il significato letterale delle Sacre Scritture. Accettare con umiltà ciò che è necessario per imparare l'ABC,  per essere in grado di leggere e capire il significato di un testo: questo è un impegno  spirituale, è obbedire alla parola di Dio. La fedeltà nel perseguire questo significato letterale della parola di Dio è una delle costanti necessarie all'autentica lectio divina. Se queste basi non sono ben poste, la nostra lectio può semplicemente diventare fantasiosa, accomodante, spiritualistica, rendendo la parola di Dio schiava dei nostri sentimenti momentanei e non la guida della nostra vita. Imparare a memoria, leggere attentamente, trascrivere, sono tre modi molto semplici, a disposizione di tutti, per iniziare il percorso della lectio divina. Tutto questo in un luogo e in un tempo prestabilito, possibilmente sotto lo sguardo attento e paternamente esigente di un insegnante. […]. Basta essere tesi al desiderio di raggiungere una profonda esperienza di preghiera attraverso il contatto diretto con le Sacre Scritture. […].

L’Autore prosegue con

 - la MEDITATIO

la ORATIO

la CONTEMPLATIO.

(Liberamente tratto da: https://www.scribd.com/, Guido Inocenso Gargano, La Lectio Divina, Introduccion a la “Lectio Divina”, Ediciones Paulinas 1992 – Traduzione a nostra cura).

LECTIO MEDITATIO ORATIO CONTEMPLATIO

Giovanni Ferretti 1

Nell'areopago post-moderno, che vede la diffusione di forme di ontologia debole e di etiche del finito, la teologia cristiana non può certamente adattarsi a pensare Dio come finito e impotente ... ma certamente è provocata a pensare in forme nuove la trascendenza dell'essere infinito, assoluto e onnipotente di Dio non più in termini di potenza che s'impone e può fare tutto ciò che vuole, bensì come trascendenza dell'Amore che si offre gratuitamente alla libera accettazione dell'uomo perché egli viva in pienezza la sua capacità di amare.
(Tratto da “Il difficile compito” di Giovanni Ferretti)