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Io sono la vite, voi i tralci.
Chi rimane in me, e io in lui,
porta molto frutto,
perché senza di me
non potete far nulla
(Giovanni 15,5)

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Vangelo di Marco 2

La guarigione del paralitico

  1. Ed essendo entrato di nuovo in Cafarnao, nel volgere dei giorni si udì: «È in casa!».
  2. E si riunirono molti, tanto da non esserci neppure più posto per le cose davanti alla porta, e annunziava loro la Parola.
  3. E vengono portandogli un paralitico, afferrato da quattro.
  4. Non potendo trasportar(lo) fino a lui a causa della folla, scoperchiarono il tetto dove (egli) era e, avendo sgomberato (il materiale), calano il letto su cui il paralitico giaceva.
  5. Gesù, avendo visto la loro fiducia, dice al paralitico: «Figliolo1, sono sciolti i tuoi errori».
  6. Ora erano là alcuni grammatici, seduti e ragionando nei loro cuori:
  7. «Perché questi parla così? Dice empie parole! Chi può sciogliere gli errori se non uno solo, Iddio?
  8. Subito Gesù, avendo conosciuto nel suo spirito che ragionavano così in loro stessi, dice loro: «Perché ragionate queste cose nei vostri cuori?
  9. Che cosa è più facile dire al paralitico: I tuoi errori sono sciolti, o dire: Alzati, solleva il tuo letto e cammina?
  10. Ora, affinché sappiate che il Figlio2 dell’uomo ha potere di sciogliere gli errori sulla terra – dice al paralitico:
  11. Dico a te, alzati, solleva il tuo letto e va’ a casa tua».
  12. E si alzò e subito, avendo sollevato il letto, uscì davanti a tutti, così da sconvolgere tutti, (inducendoli a) glorificare Dio, dicendo: «Mai vedemmo (una cosa) così».

 

Chiamata di Levi

13 E uscì di nuovo verso il mare; e tutta la folla andava da lui, e li ammaestrava.

14 Passando (oltre) vide Levi, quello di Alfeo, che stava seduto al banco dell’esattore di imposte, e gli dice: «Seguimi!». E, alzatosi, lo seguì.

 

Gesù in casa di Levi

15 E avvenne che egli (si trovava) a giacere per mangiare nella casa di quegli, e molti esattori di imposte ed erranti giacevano per mangiare assieme a Gesù e ai suoi discepoli; infatti (ve ne) erano molti e lo seguivano.

16 E i grammatici dei farisei, avendo visto che mangiava con gli erranti e gli esattori di imposte dicevano ai suoi discepoli: «Perché mangia con gli esattori di imposte e (con) gli erranti?».

17 E Gesù, avendo udito, dice loro: «Non i forti hanno bisogno del medico, ma coloro che hanno male; non venni a chiamare i giusti ma gli erranti».

 

Del digiuno

18 I discepoli di Giovanni e i farisei stavano digiunando. E vengono e gli dicono: «Perché i discepoli di Giovanni e i discepoli dei farisei digiunano, ma i tuoi discepoli non digiunano?».

19 E disse loro Gesù: «Possono forse i figli della camera nuziale, in cui lo sposo è con loro, digiunare? (Per) quanto tempo hanno lo sposo con loro non possono digiunare.

20 Verranno però i giorni, quando sarà da loro tolto lo sposo, e allora digiuneranno in quel giorno.

 

Similitudine della stoffa

21 Nessuno cuce una pezza di un brandello rigido sopra una veste vecchia; se no, l’aggiunta nuova porta via dal vecchio, e lo strappo diviene peggiore.

 

Similitudine degli otri

22 E nessuno nette vino giovane in pelli vecchie: se no, il vino squarcerà le pelli, e il vino si perde e (anche) le pelli; ma vino giovane in pelli nuove.

 

Il Signore del sabato


23 E avvenne che egli passava nel (giorno di) sabato per i seminati, e i suoi discepoli cominciarono a fare strada strappando le spighe.

24 E i farisei gli dicevano: «Vedi! Perché fanno di sabato quel che non è permesso?».

25 E dice loro: «Non leggeste mai che cosa fece Davide, quando ebbe necessità ed ebbe fame, lui e quelli con lui?

26 Come entrò nella casa di Dio, al cospetto di Abiatar, Sommo Sacerdote, mangiò i pani dell’anticipazione, che non è permesso mangiare se non ai sacerdoti, e diede anche a coloro che erano con lui?».

27 E diceva loro: «Il sabato venne per l’uomo e non l’uomo per il sabato.

28 Così il Figlio dell’uomo è Signore anche del sabato.

 

Note

1 Figliolo traduce il gr. téknon. Figlio è inteso in senso ampio, con significato di prole, piccolo, bambino. Nelle espressioni “I figli dei fiori, o della terra, o i cuccioli degli animali” il termine appropriato è tékna.

2 Figlio traduce uἱós, che indica il discendente, il discepolo, il seguace.

Capitolo 3

Giuseppe Maria 3

Di fronte a Dio lo sbaglio più grosso non è il peccato, ma è l’indifferenza. Sono indifferente di fronte all’amore?
(P. Giuseppe Maria)