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Io sono la vite, voi i tralci.
Chi rimane in me, e io in lui,
porta molto frutto,
perché senza di me
non potete far nulla
(Giovanni 15,5)

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San Giuseppe, padre della nuova evangelizzazione

Benedetto XVI recentemente ha emanatol'Anno della Fede, in concomitanza con il 50° anniversario del Concilio Vaticano II. In più occasioni, Benedetto XVI ha invitato i cattolici amettersi alla scuola di San Giuseppe, di avere con lui un “dialogo spirituale”, legato ad un rinnovamento della fede. Prima dell’Angelus del 18 dicembre 2005, ad esempio, disse: “è quanto mai opportuno stabilire una sorta di colloquio spirituale con San Giuseppe, perché egli ci aiuti a vivere in pienezza questo grande mistero della fede”.

Il Papa invita a cogliere, nella meditazione sull’itinerario umano e spirituale di San Giuseppe, la misura di tutta la ricchezza della sua vocazione e del modello che egli resta per tutti coloro che hanno voluto votare la propria esistenza a Cristo, nel sacerdozio come nella vita consacrata o in diverse forme di impegno del laicato.Giuseppe ha vissuto alla luce del mistero dell’Incarnazione. Non solo con una prossimità fisica, maanche con l’attenzione del cuore.

«Giuseppe ci svela il segreto di una umanità che vive alla presenza del mistero, aperta ad esso attraverso i dettagli più concreti dell’esistenza.In lui non c’è separazione tra fede e azione. La sua fede orienta in maniera decisiva le sue azioni. Paradossalmenteè agendo, assumendo quindi le sue responsabilità, che egli si mette da parte per lasciare a Dio la libertà di realizzare la sua opera, senza frapporvi ostacolo. Giuseppe è un ‘uomo giusto’ (Mt 1,19) perché la sua esistenza è ‘aggiustata’ sulla parola di Dio» (Benedetto XVI).