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 risurrezioneLa speranza non  muore!

«Alzati, Gerusalemme, brilla di luce
perché la gloria del Signore risplende su di te
e ti illumina»
Isaia 60, 1


Stiamo avvicinandoci alla Pasqua, al grido di liberazione e di vittoria sulla morte; mi sembra di sentire i canti dell’Alleluia e le parole del Vangelo: «Non cercate tra i morti colui che è vivo. Non è qui, è risorto!»

Un raggio di sole illumina il suo volto nel supremo tormento dell’agonia. . .

Mi prende l’angoscia dei contrasti: è morto! è risorto! non è qui! vi aspetta, ecc...! Dov’è allora? dove mi aspetta? Nel mondo in cui tornerà fra poco? a casa mia? nei cieli che non vedo? altrove? Dove?! Il Vangelo dice in Galilea. E dov’è la Galilea? la mia Galilea? la nostra Galilea? E mi vengono in mente altre parole: «Non temete, sarò con voi, sempre! fino alla fine dei tempi!»

Dunque, se è vivo, se è con noi, in qualche luogo dovrei incontrarlo! Il mio sguardo si illumina nella fede. Ricordo le ultime righe della vita di Gesù del Mauriac:

«Gesù sale e si dissolve nella luce, non si tratta di una partenza definitiva. Già egli è imboscato, alla svolta della strada che va da Gerusalemme a Damasco e spia Saul, il suo diletto persecutore. D’ora innanzi nel destino di ciascun uomo vi sarà questo Dio in agguato!»

Quell’uomo in croce è l’uomo di sempre, di ieri, di oggi, di domani.

Comprendo! È tutta una storia lontana e vicina vissuta da quel Mistero che chiamiamo Dio, o chiamalo come vuoi, da quel Mistero d’Amore che ha avuto la fantasia di farsi uno di noi e di entrare nel cammino delle sue creature e restare, poi, per non lasciarci soli e disperati e per dirci e ripeterci ancora mille volte come ha fatto nel suo messaggio di venti secoli or sono: «Non temete sono io! È necessario, se è necessario che il Figlio dell’uomo sia messo a morte, ma il terzo giorno risusciterà!»

E l’attesa di quel terzo giorno è l’attesa molte volte inconscia, più sofferta e angosciosa degli uomini di sempre! Ed è anche l’attesa dei nostri giorni alle soglie del 2000!

Non ditemi che è il Padre suo che sta nei cieli, il Dio di bontà e misericordia che ha voluto quello sgorbio di umanità che sto contemplando nel buio della piccola chiesa di Verzuolo, no, non è Lui, siamo noi, noi che non l’abbiamo voluto! sei tu che leggi!, io che scrivo! L’abbiamo impiccato noi sul legno perché con le sue parole e i suoi programmi disturbava l’ordine costituito, i politici, i mercanti e non solo quelli del tempo di allora, ma di sempre!

Disturbava e disturba! Noi non abbiamo accettato e lui non ha ceduto! Così l’hanno fatto fuori e continuiamo a farlo fuori anche noi perché Lui è sempre Lui «Cristo ieri, oggi, domani» dice Paolo che l’aveva fatto fuori in tanti fratelli, ma che poi ha capito ed è passato dalla Sua! Siamo noi che continuiamo a farlo fuori perché Lui dopo la sua risurrezione si è nascosto in ciascuno degli uomini: in quel drogato, in quel ladro, anche in quel signore per bene, ma anche in quella prostituta, in quel ‘pestato’, in quell’affamato o in quell’ubriaco, sì, si è nascosto nelle loro carni, non nel loro peccato, il peccato l’ha preso su di se, l’ha lavato col suo sangue, offrendo il suo perdono!

L’abbiamo fatto fuori dalla vita pubblica, dai parlamenti, dalle scuole, dai tribunali, dalle fabbriche, dalla società insomma! E stiamo bene senza di Lui! Stiamo bene senza di Lui, così almeno vorremmo pensare! Intanto pero gridiamo il nostro dolore di una vita senza senso e senza amore, grido portato via dal vento o disperso nella fantasmagoria luminosa e nel rumore delle nostre città. La passione continua! Come continua la tortura, la guerra, l’odio che devasta le famiglie e la società, direi specialmente quella che affonda nel benessere materiale e nel consumismo. Ovunque scorre sangue, sangue di corpi maciullati o di spiriti tormentati dal dubbio e dalla paura. Ovunque sangue: guarda la televisione, leggi i giornali, viaggia, osserva cosa avviene nel mondo che ti circonda. Sangue!

* * *
Da un anno circa ho terminato l’insegnamento nella scuola, sono in pensione, è vero, ma c’è ancora molto che m’interessa: la vita, adulti, giovani e anziani. Molti incontri che sono ricchezza e stimolo alla lettura. Mi è stato imprestato un libro che ho letto, come si dice, in un fiato, ma con la bocca amara, il cuore stretto, stretto e con la fantasia lontana ai tempi della cosiddetta ultima guerra! Non è un romanzo, ma cruda e spaventosa realtà di quel tempo. Non si vorrebbe più ricordare se non si trattasse di ’cose’ che si ripetono ancora in altre forme più raffinate e sofisticate e se non fosse una beffa la scritta sul campo di Dachau: «Mai più!» Il libro è La notte di Wiesel Elie. Pagine terribili, ma vere! Ce n’è una che esprime e dà indirettamente una risposta alle mie riflessioni davanti al Crocifisso: il perché di quell’Uomo in croce tutto sporco di sangue e di lacrime. Elie racconta: «l’orribile giorno fra quegli orribili giorni in cui assistette all’impiccagione di un altro bambino (lui aveva 15 anni) che aveva il volto di un angelo infelice, sentì qualcuno gemere dietro di lui: ”dov’è Dio? Dov’è dunque Dio?...”  In lui una voce rispondeva: è appeso là a quella forca!» Mi venne in mente una pagina di Nietzsche: «Dio è morto! Noi l’abbiamo ucciso!»  ma con Lui abbiamo ucciso l’uomo! Mi vennero in mente tanti suoi libri che ho visto leggere con avidità dalle ragazze nella scuola e fuori.

«Non riuscivo a crederci - scrive ancora Wiesel - come era possibile che si bruciassero uomini e bambini e che il mondo tacesse! Non poteva essere vero! Eppure... mai dimenticherò quella notte, la prima del campo che ha fatto della mia vita una lunga notte. Mai dimenticherò quel fumo... i volti di quei bambini di cui avevo visto i corpi trasformati in volute di fumo sotto un cielo muto! Mai dimenticherò quelle fiamme che consumarono per sempre la mia FEDE! e che mi hanno tolto per l’eternità il desiderio di vivere... quegli istanti che assassinarono il mio DIO, la mia anima, i miei sogni e che presero il volto del deserto.»

* * *

Ora mi chiederai una parola di speranza. Non aspettarla da me, sarebbe troppo povera, ma cercala altrove e, dove, te lo dico io: nel VANGELO! in tutto il Vangelo e anche là dove il Vangelo pur non essendo conosciuto è però vissuto in una sincera ricerca del MISTERO!

In quelle pagine troverai parole di vita, di speranza e di gioia:

«Non temete sono io».

«Io sono il Principio e la Fine... il Vivente».

«È risorto! Risorgeremo anche Noi!»

«Chi ha fame e sete venga... e attinga gratuitamente l'acqua della vita».

«Io faccio nuove tutte le cose... Cieli nuovi e terra nuova!»

«Non sia turbato il vostro cuore, abbiate fiducia in me... io sono l’AMORE!»

La speranza non muore se sapremo guardare il mondo con occhi più puliti e con cuore più buono!

9 aprile 1986

«...io effonderò il mio spirito sopra ogni uomo
e diverranno profeti i vostri figli e le vostre figlie...»
Gioele 3, 1

(tratto da: Padre Roberto Accamo, Briciole di vita, edizione a cura frati Cappuccini, Pinerolo 1996).